Ars longa vita brevis

Hippocrate



>>  DIARIO <<


--- °°° ---

Questi miei sollazzi
gli dedico
ai miei cari angioletti,
per trastullarsi anche loro
quando saranno bambini come me.
Il vostro Papà

--- °°° ---


>> Addio, caro vecchione ! <<

Caro vecchione,

la tua dipartita è per me motivo di gioia, da un lato, perchè, volente o nolente,
ho ancora trionfato su quella triste e insindacabile fatalità che tutti chiamano morte,
su quella che, annullando te con la fine dei tuoi giorni, ha benvoluto che un’altro
lunghissimo giorno, come i passati contrastati e fin troppo travagliati, si annoverasse
ai miei altri trentaquattro; è anche motivo di amarezza dall’altro, perchè mi vedo sempre
più accorciare la distanza da quella che è fautrice di ogni fine.
Non ho verso te sentimenti di riconoscenza nè tanto meno di disprezzo, ben sapendo che tu sei stato
per me quello che io sono stato per te. Certo è però che, se pur io in te non resterò a memoria di
nessuno, tu resterai in me inciso quale fautore di una nuova era, buona o cattiva, qualunque essa sia,
e non facile, perciò, a porti in grembo all’oblio.

Avrei pensieri di rimprovero perchè in te si è voluto, chissa ? forse per un puerile capriccio !
uno dei soliti capricci che un misterioso artefice muove ogni tanto a mie spese,
allontanarmi dai luoghi e dalle persone a me tanto cari e famigliari; ma neanche questi oso esprimerti,
non perchè regni in me la convinzione che tu sappia mutare i destini di noi umili mortali, nè perchè,
come tutti i tuoi simili, anche tu lusinghieramente adeschi lo umano andare con vaghe promesse avvenire
e che da te dipenda il prologo di un felice domani, ma perchè so che anche tu sei stato, come io sono,
in mano al più Grande Fautore del bene e del male.
Riconosco, comunque, che in te si è voluto sollevarmi, come in molti altri tuoi simili, sia alla venuta
che alla dipartita, rinnovellando una dolce speranza, la solita speranza, la ormai come me vecchia
speranza sostenuta dall’idea del bene e del palpito della sincerità.
Riconosco ma non ti sono riconoscente perchè so che non dipende da te. Tu, però, non te lo avrai a male,
caro vecchione ! no, ne sono certo ! poichè so anche che, tramite la tua canuta esperienza, sai che la
solenne, arcana e severa campana del tempo, alla nascita e alla morte di ogni tuo simile,
suona per ogni uno di noi uomini una nota distinta, particolare e significativa e che noi intendiamo
a nostro modo, la invertiamo, la fraintendiamo quasi sempre nel bene e godiamo nella trepidante attesa
di questo, se pur a volte, e le più volte, si verifica il contrario di ciò che noi, perchè orbi di gioia,
abbiamo erroneamente interpretato. Cosa vuoi, caro vecchione! tu e i tuoi simili siete fatti per questo:
per illuderci, per lusingarci, per sostenerci nel peggio in attesa del meglio che istintivamente
ogni uno di noi spera, nel breve corso del tempo concessoci, di poter realizzare; ma poi anche voi,
malgrado la vostra astrattezza e la vostra invulnerabilità, siete come noi.
Abbiamo ancora pochi minuti da trascorrere assieme e vorrei che questi brevi istanti,
in questa solenne separazione, sia all’altezza della circostanza: vorrei trascorrergli in silenzio:
forse questo è il piu bel modo… !
Addio, dunque! Già mille schianti di petardi annunciano la tua giuliva agonia, la tua fine adeguata:
è già questa una fortuna per te ; per me chi lo sa ? Addio! questi schianti,
queste manifestazioni di allegria che inondano ogni dove di tenera e soave ilarità,
che investono lo spirare della fresca brezza nordica e invernale e con essa fondendosi preludiano
da e per tutto motivi di affetto e di amore, mi costringono a piangerti di gioia.
Addio ! Addio ! Domani, non so, come non lo sai tu, se questo domani sia vicino o lontano, forse saremo
ancora in compagnia dove nè per me nè per te ci sarà mai fine!
Addio ! Addio, caro vecchione ! !

A Bruch, ore 24 del 31/12/1956.-



--- °°° ---

>> Sii tu il benvenuto ! <<

Sii tu il benvenuto, bambino ideale !
In verità ti aspettavo e non ti aspettavo. Non pensavo a te come, del resto,
e ne sono piu che certo, neanche tu pensavi a me. Sapevo che dovevi venire
e conoscevo gia le tue adolescenti sembianze, il tuo austero e, sebbene fanciullesco,
severo, espressivo e caratteristico volto, ma ti aspettavo e non ti aspettavo.
Oggi sei venuto, ti sento e ti vivo e di cuore amichevolmente ti saluto: S’ii tu il benvenuto!
Sapevo già come ti avrebbero chiamato, come ti avrebbero accolto quelli ai quali sarebbe stato concesso
di accoglierti e non pensavo, il perchè sono certo che anche a te sia spiegabile e giustificato,
che fra questi fossi incluso anche io. Oggi che ci sono anche io faccio del mio meglio per accoglierti,
come tutti fanno, e ti accolgo come posso, né allegro né scontento, s’intende, e sensa tanti preamboli,
sensa tanti complimenti che non fanno altro, specie alla tua tenera età, che lussingarti,
che illuderti che la tua venuta sia diversa da quella degli altri tuoi fratelli che ti hanno preceduto.
Questo lo faccio non perchè sia io un’illuso credo di non esserlo, ma perchè ho visto e considerato
che sono tutte manifestazioni superflue e che, partendo da un lato puramente consueto, prendono,
in seguito, una piega malefica, verso la purezza dei sentimenti, tanto da attribuir loro una potenza
di azione straordinaria, anormale, inesistente invero, che possa mutare,
con l’ausilio di forze ideali e soprannaturali, uomini e cose.
So che tu no badi a questi inezie, che tu, superiore ad ogni puerile considerazione,
non badi neanche alla austerità dell’accoglimento alla serietà e alla sincerità dei riti
e tanto meno alle infondate dimostrazioni basate, per lo piu, nella profondità, nella ignoranza
e non nella fedele e tangibile manifestezione di affetto e di amore verso te, di tutti e di tutto incurante.
Io penso che l’accoglierti come io ti accolgo, piu che giulivo pensieroso e piu che mai preocupato,
sia piu plausibile e per di piu risparmia dallo esporsi a molte e varie sorprese che una tua eventuale
monelleria, per cosi dire, dettate da altri e non da te voluta, potrebbe riservare.
Ho seguito con attenta osservazione il tuo rumoroso arrivo tanto rumoroso,in verità, che non ha fatto altro
che ricordarmi episodi tristi della guerra vissuta; e mi son detto, tra un pensiero e l’altro,
che se a tutte le nascite fosse riservate un’accoglimento del genere chissà,
cosa ne sarebbe stato del nostro mondo ? Mi dirai tu: « ma non tutti hanno un’importanza come me ! »
Io, invece ti dimostro l’opposto di quello che tu pensi, e cioè : Mentre che tu sei una frazione
di un singolo e determinato personaggio, chiamiamolo cosi, noi cioè i mie simili,
ai quali volevo attribuire, saimo singoli interamente e propriamente detti e che scorriamo,
sul singolo che tu componi con gli altri infiniti tuoi simili, la nostra frazione;
considerazione giusta questa, non ti pare ? E che dimostra la tua relativa importanza in confronto
alla nostra singola e di gran lunga superiore ; anche perchè basta uno di noi per far mutare a te
ogni restino palesa la tua inferiorità.

Non illuderti, perciö ! Ma è bello che sia cosi che solo a noi sia riservata questa occoglienza
anche per seguire gli insegnamenti dei nostri ati e maggiormente per non mutare volto alla faccia della Terra.
Ho assistito anche al solenne incontro, al cambio delle consegne tra te e il tuo vecchio fratello, perö,
del molesto rumore dei tanti fanatici che vi assistevano, non ho potuto udire cosa il tuo parente ti abbia detto:
le solite cose, naturalmente, coerenti alla circostanza e di carattere famigliare, perchè, per il resto,
siamo sinceri ! anche tu, come me, ti devi assoggettare a subirle all’improvviso e a non originarle consapevolmente.
Comunque, ripeto, sii tu il benvenuto! Ed ora, dopo questa presentazione, posso a farti una semplice propposta.
Propposta s’intende, che non comporta da parte tua alcun impegno, nè che ti possa arrecare alcun pregiudizio.
Ecco: vorrei conversare con te lungo il breve cammino che ti e concesso di fare assieme. Acconsenti ?
Lo sapevo gia che tu mi dicevi si ! e di buon cuore ti ringrazio.Allora, sensa alcun patto, sensa alcun obbligo,
neanche da parte mia, quando potrö parlerö a te tramite queste mie modeste pagine, ti diro molte cose,
belle e brutte, tutto insomma, quello che crederö opportuno che possa, se non abbellire,
almeno in parte rendere meno fredde e scarne queste rige a chi avrà
la ventura di scorrerle, e a me, piu che agli altri, quando mi verrà voglia di ricordare
quello che ci siamo detto, nel breve nostro percorso.
Questo lo faccio per un semplice motivo di amore, no verso te, perche so che tu sei refrattario ad ogni sentimento,
ma verso i miei cari angioletti e poiche loro attingano dal loro babbo quando sia savio e utile sapesi ricordare
il passato e di quando le fasi, le sfere, i pensieri e i sentimenti piu significativi e concordi
alle proprie aspirazione; e anche per un intimo motivo di nostalgia, domani, quando tutto sarà diverso
se non nella sostanza nella forma. Non per altro, credimi !
Non aspiro a voli maestosi su altezze sublimi: Le mie sono ali umili e di modesta e stretta autonomia
e non atte a simili ardite e nobili capatine ; anche se lo potessi, per simili confidenze,
mi guarderei bene dall’espormi in siffatti perigli.
Ma quando tutto rimane nella cerchia dello ambito famigliare credo che non ci sia alcunche di male.
Non ti pare ?
E ora ti saluto. Avrei ancora molte altre cose da dirti, ma a causa della impossibilità le lascio
a miglior occasione e, come si suol dire, a « quando il nodo viene al pettine ».
Arriverderci, dunque ; non tardero a destarti dal torpore della età,
perchè se anche non ci sia un impegno fedele,
« ogni promessa è un debito », e, infine, è questione di morale principio;
e su queste cose bisogna andarci fino in fondo e, col vecchio detto,
possibilmente con i piedi di piombo, almeno per salvare le apparenze a me stesso.
Vale !!

A Bruch, ore 20,30 del 04/01/1957 .



--- °°° ---

Sabato , 5 Gennaio

Amico mio, cominciamo male !

Dopo i primi quattro giorni di lavoro, oggi, sabato, dovrei essere stato se non contento
un po sollevato perchè domani, essendo domenica e per giunta la ricorrenza dell’Epifania,
sebbene qui, in Francia non abbia che un’importanza puramente religiosa,
godendo l’agognato riposo domenicale, abbia la grande soddisfazione di trascorrere
tutta la giornata dedita alle cure famigliari ; e anche perchè mi allontanano, se pur per breve tempo,
da quell’ambiente troppo per me proposto alle mie umili aspirazioni e che solo
la causa del lavoro mi obbliga a frequentarlo.
Non è cosi pero : mi sento molto insoddisfatto e pare che questo senso di insoddisfazione,
non siano che i giorni passono, si faccia sempre piu grande e preoccupante.



--- °°° ---

Domenica , 6 Gennaio

- Epifania -

Ieri ti parlai di insoddisfazione e oggi ti confermo la stessa.
Luisa sta male, io pocco bene e i bambini al pari di noi. Questo brutto clima, a poco a poco colpito tutti;
influenza a gonfie vele: Chi starnuta a una parte e chi tosse all’atra.
Il peggio e che se a me aggrava mi costringerà a perdere ancora delle giornate, come nel mese scorso.
Non abbiamo parlato ai bambini della beffana, specie Dolores che comincia a comprendere
avrebbe certamente desiderato qualche piccolo dono ; Flavio, poverino, ancora non si cura di niente.
In verità non possiamo farlo, altrimenti non avrei lasciato cosi i bambini:
con la loro gioia avremo gioito anche noi, ma ...
Come ieri sera anche questa sera ho atteso che venisse a trovarmi il mio caro amico Luigi.
Non è venuto e non mi so spiegare il motivo.
Io non mi sono potuto recare dal lui perchè non mi sentivo in condizioni.
E il peggio è che, essendo io, questa settimana, al turno pomeridiano
- lui lavora sempre di mattina -
tarderemo a vederci e a trascorrere in buona compagnia forse gli unici istanti per me di tranquilità.



--- °°° ---

Lunedi , 7 Gennaio

Questa notte verso la una e mezza a momenti ci lasciava per sempre il caro Flavietto :
La tosse gli ha provocato il vomito e se non fosse stato per il mio intervento
- mi ero alzato da letto pochi istanti prima per prendere un calmante contro il mal di denti -
lo avrebbe certamente soffocato. L’abbiamo tenuto con noi per tutta la notte per paura che cio si ripetesse.
Questa mattina stava meglio e ha ripreso felicemente a sorridere.
Oggi sono piu contento : col turno pomeridiano mi trovo meglio.
Anche l’influenza, se pur i tempo è sempre lo stesso, sembra prendendo una piega benefica;
meglio cosi.



--- °°° ---

Giovedi , 10 Gennaio

Oggi ho voluto fare un strappo al regola. Mi sono concesso il lusso di godermi un giorno di ferie.
In fondo, dopo dieci lunghi mesi di miniera, un giorno pagato sensa lavorare ci voleva.
Non avevo voglia, in verità, di scendere al fondo, questa sera.
Già da questa mattina, da quando mi sono alzato, mi sono sentito come invaso
da una prepotente voglia di ribellarmi a me stesso ; uno dei soliti stati d’animo
dai quali, in questo mio volotario e forzato - tutto ad una volta -
esilio, mi vedo spesso dominato e deriso.
Situazioni queste, triste e non comparenti alla salute morale e materiale di un fisico,
specie quando questo sia attorniato da altre preocupazione.
E sempre la solita insoddisfazione, amico mio, che, come ti ho detto,
si sta facendo sempre piu grande e preoccupante.



--- °°° ---


flèche