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Si schiudon le rose
nel verde mantello,
al cielo più bello
tendenti festose.
I fiori del prato,
nell’umile stelo,
distendono un velo
d’incanto dorato.
I boschi, le valli,
le piane e i monti,
i rivi e le fonti,
i passi e le calli,
disciolti dal gelo,
fecondi di umore,
un priego d’amore
protendono al cielo.
L’augelli contenti
l’azzurro solcando
sospingon cantando
a Dio gli accenti.
Sui teneri rami
si mostran le foglie;
si sfogan le vaglie
i gravidi sciami.
I semi sepolti
germoglian vivaci
le spemi fugaci
cullando di molti.
Ma tutto rammenta
all’alma immortale
il bene, il male,
il duol che sgomenta.