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Il nuraghe

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  Ad ogni genio tace: su le carte
appare all'uomo ancor qual greve mito;
gigante, sopra il colle inaridito,
solenne stà, sfidando il tempo e l'arte.

  Dell'edera che il cinge ad una parte
l'amplesso debol sente; il canto insito
dei rivoli rimembra e il dolce rito
di chiare fonti intorno a lui disparte.

  E par che vibri al sole vespertino,
anch'esso privo d'aure e di colori,
d'un palpito che scuote ogni cammino...

  Dei greggi al pianto, al duol dei lor pastori
s'inchina il mito e prega: al suo destino
protervo, obliando gloria ed onori!!

Bortigali, 19/2/1955.-      A. F. 

Pubb. Bollettino "l’Amico dell’emigrato italiano"
Pubb. primo°volume "Poesia Italiana"”della collana
"ANTOLOGIA ITALIANA" (secondo volume).