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A Franco Sanna

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Caro Franco,
non avendo di meglio,laonde poterti esprimere i miei sentimenti in auspice al tuo fidanzamento,svolta decisiva e nobile della tua esistenza,ti dedico questi miei umili pensieri. Sono sinceri: accoglili di cuore come di cuore per te gli scrissi!

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 L'ho saputo così, como si sanno
i fatti della vita: oh, gli eventi
adorni di faustezza sempre fanno
intenerir dell'Alma i sentimenti!
E, come quei che nel bear si danno
a gentili favelle commoventi,
anch'io, sebben virtù poca mi vale,
per te beando a dir distendo l'ale...

 Cupido -oh com'è caro quel Cupido
quand'è merto di suo piacer la vita!-
in leve e ratto volo l'erto lido
di sua natività degnò di gita,
colà l'arco distese e nel tuo nido
andò con la faretra ben nudrita,
e quale cacciator di preda in presa
solerte il caso stette ne11'attesa...

 Era il tempo che l'arte naturale
già sparso aveva bella tinta ai prati
ed all'aer fidava, sopra l'ale
di recondite Fate, olezzi grati:
quando l'Anima par che del letale
suo crine indarno scordi i gravi Fati,
il duol che il sen 1'opprime,1'infelice
brulicar di grettezza in sua cornice!

 Era quando l'uman sostegno è canto
di lodi in rime arcane al Creatore:
allor che da le vette il bianco manto
ingrossa i rivi e dona a larve umore
ed il rigurgitar di fonti, al pianto
dell'usignol molce e l'Alma e il cuore!
quando le monachelle alate tornan
a le vetuste gronde e l'aura adorna...!

 Le folte e ombrose siepi del tuo colle
di mille canti e nidi già esultavan;
le fronde,care all'uom,di fior satolle,
meta di voli ogn'or, il cuor mostravan
e su le sacre carche e fresche zolle
d'amor soavi sogni s'intrecciavan,
tal ch'era,in ogni dove,un bel giardino
di bontà traboccante a par divino.

 Ignari che l'arciere vi seguiva
di sì lungimirante svago ardiste
e non pensaste, allor, che vi s'apriva
reciproco un sentier d'alterne viste;
nè del rossor che vostre gote empiva
a gli infuocati sguardi voi capiste;
nè dimandaste al cuor il che di tanto
per pudica passion per '1 dolce incanto!

 Era il pomo da tanto già diviso
che le parti sue in voi ricongiungeva
od era il "birichin" fausto avviso
con dolci dardi il cuor che vi pungeva;
il fatto è che nel cuor un improvviso
mutar d'affetti e stima in voi s'aveva
così che vi giuraste eternamente
fedele union del cuor e della mente!

 Cosi passaron gli anni e quanti e quante,
sospiri muti e lagrime cocenti!
Il mare goccie in se non ha cotante
nè tante il ciel ha stelle in se lucenti!
L'amor, però, s'è puro, è sì costante
che non lo spegne duol né patimenti,
e, s'anzi v'è l'ardor d'una tenzone
s'ingigantisce e vive di passione!

 Eppur giunger doveva, a por confine,
quest'istante,alle vostre pene,un giorno;
ed or, quel che sembrava senza fine,
vi giova ricordarlo senza scorno
e s'anzi v'ha mostrato acute spine
oggi rose vi fiorisce tutt'intorno;
già che senza una spina non v'è rosa
che sbocci in questa valla lacrimosa!

 Eri tu giovinetto spensierato
tutto vita in rigoglio di speranze
presago di un giocondo ed incantato
avvenire di gaiezza e di possanze:
nel trastullo dei giorni bei portato
ad empir di dolcezza campi e stanze;
del bello innamorato e del gentile
prediletta promessa e cuor virile.

 Non egro d'intelletto né d'ardore
suolevi ricrearti in nuovi svaghi
e tanto cimentavi che fautore
eri ogn'or di sereni sogni vaghi:
volavi, quale augel, da fiore in fiore
a l'edera solenne dei nuraghi;
da felci a rovi, a cime d'asfodelo,
dal prugno aprico al pero,al pino,al cielo!

 Chi rattener i voli tuoi poteva
in sì vago mirar? La tenerezza
ali sublimi in sen se ti poneva
tosto ti limitava al vol l'altezza:
nei giuochi suoi alfin ti componeva
e l'altro trascuravi senza asprezza,
sì che l'oprar pueril ti raddolciva
la mente insoddisfatta ma non schiva.

 Ma solo non potendo trastullarti
cercaste per lo svago un cuor modello
che sapesse nei crucci consolarti,
che sentisse con te amico il bello
e, non lungi da te, ma di tue parti,
trovaste casto e caro il tuo gemello:
qual'è quello che si vuol che si desia
per sì cortese e nobile compagnia...!

 Giuocaste: quel giuocar fu l'imitare
degli avi vostri l'opre e le fatiche:
fu lei la moglie attenta al cucinare
e tu marito suo cultor di spiche;
sognava lei una pupa e tu sognare
suolevi un giogo,un carro e tante biche...
Oh, qual profetta fu per voi quel giuoco
se pur diversa è oggi l'arte e il loco!

 Or,Franco, sei felice? Oh si,lo credo!
Ben questo meritavi e ne sei degno!
Per te lo sono anch'io e non m'avvedo
in tanto assaporar di che son pregno...
Sii tu felice ancor come ti vedo
nel mio fantasticar di tardo ingegno!
Ah, se del mio voler ti fosse il Fato,
credi all'amico tuo, saresti agiato!

 Io ben non so chi sia colei che t'ama
ma so di te la tempra,il gusto,il merto
e se scultore fossi degna fama
trarrei, nel far di lei l'imago, certo:
l'Eterne Facitor all'ara chiama
i cuori sol che son di lor concerto,
poichè traggano a porto e senza incagli
l'umane vele loro, in buon travagli...

 Potessi in queste rime aprirmi il cuore
onde poterti i sensi proferire!
Ohimè però, non giova tanto ardore
fin quand'è il senno angusto!Non sa dire!
Comunque, il mio presagio in tuo favore
etereo bene volga e al tuo desire...!
E mai del mal conosca tu le pene
ma sol del bene i pregi e sol nel bene!

 Ed or ti lascio,oh Franco,e nel lasciarti
rimembro i giorni bei vissuti assieme
e quelle...scorribande,in quelle parti
di noi dove n'avranno ancora...seme!
Oh care rimembranze! d'incontrarti
esse ancora mi danno dolce speme...!
A presto; più non volgo né discuto:
la man ti stringo forte e ti saluto!?

    Bortigali,15-9-1954;

P.S.
Non so se a questo indirizzo questa ti giunga. Luciano mi diede questo e con questo ti scrivo. «S’Ischiglia» la compri sempre? Spero di si. Io questo periodo sono un pò sfasato e molto preoccupato: disgraziatamente sono senza far niente e in attesa di una sistemazione che, purtroppo, non vedo vicina: tutti mi diccono di si ma mi dimostrano al contrario; perciò non ho più voglia di scrivere, né tanto meno di comporre versi. Tu lavori sempre? Beato te! Quando vieni a trovarmi? Io ho avuto una bambina, -intendiamoci, l’ha avuta mia moglie- è un tesoro di bimba; è l'unica mia felicità. Si chiama Dolores, in modo che anch'ella sappia,domani,quel che a me saper mi fa' tanto oggi, come ieri e come anche, forse, domani !
Salutissimi da mia moglie.        Vale!