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(Ad Enrica Soro)
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-o- Bortigali,17/9/1954-A. F.
Se ha vita Fato torbido
non l'esser suo s'avrebbe
perchè l'etereo vincolo
allor rinnegherebbe;
e qual motivi a' miseri
potrebbesi addossare
per lor penare?
Se la venuta e simile
per tutti i figli d'Eva
anco l'andar in seguito
esser così doveva;
o per talento in limite
doveva i frutti dare
1'uman campare.
Ma chi per senno merita
con l'onestà dispera,
perchè se vive genera
la verità sincera
e la rovina tenebra
saria per chi non sente
né cuor né mente!
Ed è 1'invido cerulo
che vuol, per la rovina,
il cuor di bene gravido,
sudar su l'erta china;
perchè, di senno povero,
del ben dell'intelletto
non ha rispetto...
De la coscienza i fremiti
chi gli contempla è tardo
per molti che han di ruvida
natura il cuor codardo
e lor, sul male indomito,
si fanno un'empia calle
d'ansanti spalle.
-o-
Su la parvenza ipocrita,
incontrastato e pregno
di sangue buono, il tallero,
a Dio posposto, ha regno:
per falsi lauri turgidi
nemico usurpatore
d'uman sudore!
E dove i beni candide
imbandigion adornan
la carità detestano
con quel che ornan;
o rea di mal progenie
che accresce l'ore grame
spargendo fame!
Come gli augelli in triboli
senza giammai campare
così l'umano cespite
nel ben doveva stare;
nè dell'egoismo nuvole
dovea turbare il cielo
all'umil zelo!
Allor la vita placida
scorrea sul Fato giusto,
nè la bisogna in lacrime
mostrava il cuore angusto,
ma tutti, in dolce gaudio,
vivevan qual augelli
in Dio fratelli!
Allor l'amor reciproco
della vetusta legge
non più di sangue rorido
saria dal1'umil gregge,
e la miseria pallida
perdeva la partita
su questa vita !!
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