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Narciso

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  A dolci sentimenti aperto il cuore
sentivasi Cefiso al corso, nato
da chiare fonti, tra germogli in fiore;

  la bella ninfa dove il sen nudato
mostrava al sol, nell'acque al mar versanti:
l'umano ardire cotesto ha condensato.

  E come fanno i veri cuori amanti,
nell'or che dolce amor a lor sorride,
che tingon di rossore i lor sembianti,

  lo stesso rio così, allor che vide
nell'onde sue la rara ninfa al bagno,
le schiume insuperbì e non s'avvide

  di quell'amor che mai trovò compagno:
tal che la fé del mito al mondo dura
ancor dove il saper non è taccagno.

  L'amò Lisiope al pari e, di congiura,
anch'ella il cuor a nobil gesto pose;
e n'ebber' di lor seme altra natura...

  Oh come allor fu nulla mutar cose
diverse per diverse sorti ed usi,
e forse anche la vita fu di...rose!

   Narciso nato alfin e poi dischiusi
i lumi tanto belli fu l'ebbrezza
di tutti i doni umani in se profusi.

   Non s'era vista ancor tanta bellezza
che per vederlo sol in cuor sentivan
le belle un senso vago di dolcezza;

   per se ogn'un' di lor lo preferivan
tal che coteste forze elementari
tra loro per l'invidia s'abbrutivan.

   Ma lui, si vago ben, in secondari
aspetti le guardava e con disprezzo
fuggiva la lor corte senza pari;

   sol d'Aria la pupilla a caro prezzo
pagò per tal beltade tant'amore
al non averne almen un solo vezzo:

   la bella si consunse di dolore
sì che di lei rimase sol la voce
vagante per l'aer vasto senza umore...

   Ma la bellezza umana al bene nuoce
e non perdura a se tanto potere
che al mal soccombe alfin tanto precoce;

   così fu di Narciso: al dolce bere
in una fresca fonte, nel chiarore
dell'acque linde, vuolsi il "bel" vedere

   di se s'innamorò -al risplendore
di sua bellezza tanta- e fu mutato
nell'ora stessa in un indarno fiore;

  com'è della bellezza umana il fato...!

18/8/1954