L'industria della penisola era agli inizi e non poteva assorbire l'eccedenza di popolazione dalle campagne, che alla fine non avevano nulla da lavorare. L'emigrazione permise la sopravvivenza
di tutti: di chi partiva e di chi restava.
Per arruolare la manodopera necessaria, i padroni lorenesi inviavano in Italia veri e propri "sergenti selezionatori" per stipulare contratti di lavoro con uomini giovani e preferibilmente sani. Ma si assisteva anche all'intreccio di relazioni familiari e di villaggio, in cui un cittadino italiano portava con sé i suoi conoscenti, cercavano un lavoro ed eventualmente un alloggio per loro.
In questo modo si sono ricostituite entità molto specifiche a seconda delle provenienze regionali e si è creato un modello originale di integrazione, pur mantenendo uno stretto rapporto con la cultura di origine. I vari Stati colpiti dalla carenza di operai e minatori, come Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo e Germania, esportavano anche un numero significativo di tonnellate di carbone verso i Paesi che inviavano gli emigranti, come Italia e Polonia.
Infine, è essenziale collocare la Lorena, e più in particolare la Mosella orientale, nel suo contesto economico e sociale molto particolare. Dalla Liberazione alla metà degli anni Sessanta, ovvero
il "periodo d'oro" dell'economia lorenese, si è assistito all'istituzione di nuove strutture per la supervisione delle industrie minerarie, e un boom della produzione di acciaio produzione paragonabile a quella degli anni prosperi prima della guerra.
Nel novembre 1946, il Piano "Monnet" permise la modernizzazione e l'espansione delle attrezzature. La creazione della CECA da parte di Robert Schuman e della SOLLAC (Société Lorraine de Laminage Continue) spinge la regione nell'era della globalizzazione, con un terzo piano quinquennale (1958-1961) che stimola gli investimenti produttivi.
All'inizio degli anni Cinquanta,
la Lorena forniva più del 90% della produzione mineraria totale della Francia
e più del 67% di quella della CECA, tanto da essere definita dalla stampa nazionale nel 1961
il "Texas francese". Dal 1947 al 1957, il numero di occupati in Lorena è aumentato del 38,5%
e del 47% in Mosella.
L'Office Nationale d'Immigration (poi diventato Office des Migrations Internationales) è succeduto alla Société Générale d'Immigration e ha ottenuto il monopolio dell'introduzione di lavoratori stranieri nella Francia metropolitana. Dal 1946 al 1977, l'ONI ha regolarizzato la situazione di circa 2,5 milioni di lavoratori permanenti.