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III. Integrazione difficile, lotta per il rispetto e il riconoscimento

1. Contatti burrascosi

 Come in ogni situazione di immigrazione, gli emigranti sono purtroppo spesso vittime di razzismo, denigrazione e rifiuto da parte degli autoctoni o di altre minoranze che compongono la popolazione. Le sofferenze che subiscono sono quotidiane per molti di loro e i conflitti che ne derivano fanno parte della loro vita quotidiana.
Angelino, in uno dei suoi numerosi scritti, racconta la concezione locale degli abitanti della Mosella nei confronti degli italiani e i luoghi comuni veicolati dall'antagonismo delle due popolazioni.

« Zingari », letteralmente « Boémi »

Questa è la Lorena", dicono i lorenesi, "e noi siamo tedeschi". "Non sarebbe troppo grave, anche
se loro, i lorenesi, parlano tedesco dappertutto; al lavoro, negli uffici e in tutte quelle amministrazioni pubbliche e private francesi alla barba delle leggi francesi e di quelle di buona educazione; se si comportano come tedeschi, con durezza, con freddezza, se credono solo in se stessi, nelle loro capacità, nella loro intelligenza e se non vedono al di là di questo misero e limitato cerchio che racchiude la loro mania.
Questo non sarebbe troppo grave, ripeto, anche perché ognuno è libero di pensarla come vuole;
ma è che, in questo strano modo di vedersi allo specchio della vanità, si portano inconsapevolmente a divagazioni inopportune, provocatorie e pericolose, rivolte, senza scrupoli, agli italiani che, a loro volta, non trovando giustificazioni, non sanno e non potrebbero mai scusarli. Per loro l'italiano è solo un disgraziato, uno sciocco; e sfogliano il loro limitatissimo e inespressivo vocabolario per trovare le parole più offensive e offensive e dimostrare così la loro malsana considerazione. Non c'è insulto, non c'è offesa che non risparmino all'italiano e, al colmo dell'esagerazione, si permettono il lusso
di chiamarlo.  "Zingaro".