Appena arrivati nella Mosella, gli emigranti furono subito introdotti alla professione del minatore sotterraneo: per ben otto giorni frequentarono la scuola di miniera, che consisteva in una fedele riproduzione in miniatura della miniera reale. Qui appresero le prime nozioni di sicurezza, centro nevralgico di tutto il complesso minerario, i primi elementi di questo nuovo lavoro e tutta una serie di nozioni di vitale importanza che, preparandoli all'ambiente sotterraneo, diedero loro il ritratto
della miniera nelle sue vere tinte cruente, nelle sue reali caratteristiche di sacrificio e dolore.
Gli "insegnanti", minatori esperti, erano ex emigranti, per lo più meridionali, e cercare di capire
la loro lingua, che si tingeva in gran parte di gallicismi, non era un compito facile per loro.